lunedì 16 giugno 2008

IL PERCHÉ DI UN BIGLIETTO D’INGRESSO

È la prima volta che, per assistere ai saggi della nostra scuola di teatro, siamo costretti a chiedere al pubblico un obolo a favore della nostra sopravvivenza, travestendolo da biglietto d’ingresso, anche se dal costo contenuto.
Questo perché, da tre anni ormai, dalle istituzioni non riceviamo neanche più “il becco di un quattrino”, come si dice in questi casi. Non abbiamo neanche più una sede stabile. Per ora siamo ospitati nella Scuola Elementare Morando grazie alla sensibilità della direttrice dottoressa Oldano, che sentitamente ringraziamo.
Per chi non lo sa I Pochi esistono, con alterne fortune, dal 1956 e rappresentano per la città di Alessandria e l’intera provincia, una pietra miliare della cultura teatrale.
La difficile situazione che stiamo vivendo ci obbliga, altresì, ad aumentare in modo consistente la quota d’iscrizione ai corsi, che per taluni casi (giovani, disoccupati e persone con basso reddito) diventa proibitiva.
Di certo, tra queste persone, “oggettivamente impossibilitate”, possono nascondersi elementi dotati di talento o aspiranti attori teatrali dalle grandi potenzialità. Inoltre le difficoltà economiche in cui si sta dibattendo la Scuola c’impediscono di diventare una struttura culturale totalmente al servizio della collettività, come vorremo e saremmo in grado di garantire. Viene a meno così una delle peculiarità che ha contraddistinto la nostra Scuola negli anni, la quale ha permesso a un numero cospicuo di residenti nella provincia di Alessandria di scoprire il teatro, di assaggiarlo, di viverlo dentro intensamente, da protagonista, diventando anche assiduo e affamato spettatore.
Qualcuno di questi ne ha fatto anche una professione, altri, di sicuro la maggior parte, sono diventanti appassionati e abili “dilettanti”.
I Pochi, grazie all’ingegno del compianto Ennio Dollfus, intorno ai primi anni ’60, sono stati una sorta di “Big Bang”, dalla quale sono nati e cresciuti tutti, o quasi tutti, coloro che in seguito, in provincia di Alessandria e non solo, sarebbero stati determinanti per la diffusione della pratica teatrale. Quest’ “effetto” di trasmissione della cultura teatrale è stato possibile grazie soprattutto alla “gratuità” del servizio. Alcuni bravi attori autoctoni della provincia di Alessandria che hanno “sfondato”, sono arrivati al teatro per puro caso e non per cosciente predisposizione. Probabilmente se avessero dovuto pagare una retta consistente avrebbero preferito dedicarsi ad altre attività ricreative più a buon mercato.
In conclusione scusateci di questo piccolo contributo che vi chiediamo e vi promettiamo che appena la situazione volgerà ad essere migliore, il biglietto d’ingresso ai saggi verrà eliminato.
Buon divertimento.
Francesco Parise (responsabile Scuola di Teatro i Pochi)


P.S.: si ringrazia il TEATRO REGIONALE ALESSANDRINO per la concessione della Sala Ferrero in occasione dei saggi della Scuola

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